Mentre le preoccupazioni per le proteste in Cina hanno pesato sui mercati all’inizio della settimana, la situazione è cambiata dopo che il presidente della Fed ha indicato che i rialzi dei tassi potrebbero rallentare già a dicembre. Questo ha stimolato un rally dei titoli growth, in particolare i settori Consumer Discretionary, Telecom e Healthcare. La maggior parte dei settori è salita tranne i settori ciclici (energia, utilities e finanziari).
Grafico: andamento settori negli ultimi 7 giorni
I punti principali della settimana:
- Le proiezioni del FMI indicano una crescita debole o nulla nel 2023.
- Gli investitori si chiedono se sia in arrivo il rally di Babbo Natale.
- La stagione degli utili Q3 dell’indice S&P500.
- Un’altra piattaforma cade: il fallimento di BlockFi.
1. Le proiezioni del FMI indicano una crescita debole o nulla nel 2023.
Le previsioni di crescita economica in tutto il mondo sono state in calo per tutto l’anno. Di seguito riportiamo le previsioni di crescita del PIL del Fondo Monetario Internazionale (FMI) per alcuni dei principali mercati mondiali. Le proiezioni risalgono al mese di ottobre.
Tabella: proiezioni di crescita del PIL del FMI, ottobre 2022
Nella maggior parte dei casi, la crescita di quest’anno è rimasta piuttosto forte e ha mantenuto un certo slancio dalla ripresa economica del 2021. Alcuni economisti si aspettavano la recessione di qualche Paese entro l’anno, ma al momento non è così, aspettiamo ancora la pubblicazione dei dati del PIL del terzo trimestre.
Secondo le proiezioni del FMI:
- Il vero rallentamento si verificherà l’anno prossimo, in particolare in Nord America, Europa e Australia.
- In Asia, la crescita dovrebbe rallentare solo leggermente.
- Si prevede una graduale ripresa nel 2024.
Vediamo ora come sono cambiate queste previsioni rispetto a quelle precedenti del FMI dell’ottobre 2021 e dell’aprile 2022. Abbiamo incluso la variazione del rapporto P/E per il mercato azionario di ciascun Paese nell’ultimo anno, per vedere come il cambiamento delle prospettive abbia influenzato le valutazioni azionarie.
Tabella: modifiche alle proiezioni di crescita del FMI
Cosa ci dice la tabella?
- Le previsioni per Stati Uniti, Germania e Cina sono state tagliate maggiormente.
- Il Brasile e le altre economie produttrici di materie prime sono considerate beneficiare dell’aumento dei prezzi delle stesse.
- Sembra che gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Germania siano destinati a guidare la recessione.
- Nel complesso, queste previsioni suggeriscono un rallentamento della crescita, ma non necessariamente una recessione in tutti i Paesi.
Ricordiamo però che è vero che dobbiamo tenere d’occhio le previsioni, ma non è il caso di darvi troppa importanza. Le previsioni macroeconomiche sono spesso sbagliate o in ritardo rispetto alla curva. Attualmente c’è molta incertezza sull’inflazione e sui prezzi dell’energia, il che rende le previsioni più difficili che mai. In secondo luogo, l’economia non è il mercato azionario. Se si osservano le variazioni delle previsioni del PIL e le variazioni del rapporto P/E di ciascun mercato azionario, non c’è molta correlazione.
Come abbiamo già detto, in questo periodo per ridurre la volatilità possiamo essere più liquidi, o detenere azioni meno volatili, ossia società con valutazioni più basse e margini più elevati. Altro spunto può essere la diversificazione verso paesi meno esposti agli Stati Uniti e all’Europa come India e Corea. Inoltre, come abbiamo già detto, i fondamentali dei produttori di materie prime e di energia stanno migliorando. Nulla è certo sul mercato, ma la diversificazione di solito aiuta a ridurre la volatilità del portafoglio.
2. Gli investitori si chiedono se sia in arrivo il rally di Babbo Natale.
Spesso abbiamo visto il rally di “Babbo Natale”. Questo rally si verifica solitamente tra il 25 dicembre e il 2 gennaio. Il seguente grafico di SmartAsset riflette i rendimenti tra queste date dal 1950 al 2020. È interessante notare che alcuni dei maggiori rally si sono verificati durante i mercati orso.
Grafico: rendimenti S&P 500 dal 25 dicembre al 2 gennaio nel periodo 1950-2020
Le ragioni di questo fenomeno sono in realtà molteplici e potremmo riassumerle come segue:
- I gestori di fondi pensione possono aspettarsi un aumento degli afflussi a gennaio, grazie ai bonus di fine anno. I gestori di fondi non vogliono essere sottoinvestiti con i loro portafogli, quindi si assicurano che siano completamente investiti entro la fine dell’anno.
- Le vendite al dettaglio aumentano tipicamente durante le festività natalizie e le aziende spesso spendono budget non allocati alla fine dell’anno, il che può portare a utili del quarto trimestre migliori del previsto.
- Gli investitori sono spesso più ottimisti sul futuro durante il periodo festivo.
È interessante notare che il guadagno medio durante il rally di fine anno è diminuito nel tempo. Sembra che, man mano che gli investitori sono diventati consapevoli del fenomeno, lo abbiano anticipato ogni anno. A supporto di questo, il grafico sottostante (tratto da Stockanalysis.com) riporta il rendimento medio mensile dell’indice S&P 500 tra il 1980 e il 2018. Come possiamo notare dicembre e gennaio sono solitamente mesi positivi, ma novembre ha prodotto rendimenti ancora migliori.
Grafico: rendimenti medi mensili dell’indice S&P 500 dal 1980 al 2018
Queste sono naturalmente rilevazioni medie. Per noi investitori di lungo termine, si tratta più che altro di una “distrazione” dato che guadagni più consistenti si ottengono mantenendo i titoli nel proprio portafoglio per più anni.
3. La stagione degli utili Q3 dell’indice S&P500.
La stagione degli utili del terzo trimestre ha riconfermato il quadro ampiamente rassicurante degli utili degli ultimi trimestri. Gli utili non sono stati eccezionali, ma non sono nemmeno caduti a picco.
Ci sono preoccupazioni legittime sulla durata a lungo termine delle tendenze favorevoli degli utili. Queste preoccupazioni sono dovute all’impatto delle continue pressioni sui costi e delle strozzature logistiche sui margini aziendali. Come ormai sapete anche la politica restrittiva della Fed alimenta queste preoccupazioni.
Al 28 novembre, abbiamo visto i risultati del Q3 di 486 società dell’S&P 500, ovvero il 97,2% del totale dei membri dell’indice quindi possiamo tirare le conclusioni. Gli utili sono cresciuti del +2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso a fronte di un aumento dei ricavi del +11,7%.
Tabella: risultati Q3 2022
Per l’ultimo trimestre dell’anno ci si aspetta una contrazione degli utili -5,4% (a fronte di una crescita dei ricavi del 4,4%). Questa stima è peggiorata in maniera continua da agosto sino ad oggi, come si vede dal grafico riportato sotto. Anche nei primi due trimestri 2023 è prevista una contrazione degli utili anche se migliorativa. Il 2023 e 2024 dovrebbe in ogni caso presentare una crescita dei ricavi e degli utili.
Grafico: evoluzione temporale della previsione degli utili del 4Q
Grafico: andamento storico e previsioni ricavi (arancio) e utili (verde) sino al 2Q 2023 (dati per trimestre)
Grafico: evoluzione annua dei ricavi (arancio) e utili (verde)
4. Un’altra piattaforma cade: il fallimento di BlockFi.
La scorsa settimana la piattaforma BlockFi ha dichiarato bancarotta. L’elenco dei progetti di criptovalute crollati quest’anno si allunga. Tra questi figurano l’exchange FTX, l’hedge fund Three Arrow Capital, il token Luna, il prestatore di criptovalute Celsius e potenzialmente la piattaforma di trading Genesis.
Questi crolli sono stati causati per lo più da un eccesso di leva finanziaria e dall’utilizzo di token discutibili come garanzia. In molti casi, anche le frodi e le false dichiarazioni giocano un ruolo importante. Quando un gruppo di entità usa i propri token come garanzia e poi investe e presta l’uno all’altro, viene in mente il termine “castello di carte”.
I regolamenti esistono per un motivo. Senza una forma di supervisione, ci saranno sempre imprese che superano i limiti e si mettono nei guai, con o senza frode. All’apparenza, le imprese con un eccesso di leva finanziaria spesso sembrano andare meglio di chiunque altro. Questo è stato il caso di FTX, dove Sam Bankman-Fried è stato accolto come il futuro Warren Buffett solamente perchè era riconosciuto come “avido”, mentre gli altri erano “timorosi”, dopo aver investito in BlockFi e Voyager che erano in difficoltà. Ora entrambe le società hanno ora dichiarato bancarotta, difficile dichiararlo come il prossimo Warren Buffett.
Senza sorveglianza è difficile capire cosa è reale e cosa no. Se investite in un mercato non regolamentato, investite solo ciò che potete permettervi di perdere.
La prossima settimana.
Martedì verrà annunciata l’ultima decisione sui tassi di interesse dell’Australia e mercoledì verranno pubblicati i dati sul PIL del terzo trimestre. Le attese sono per un altro aumento dello 0,25% al 3,10%.
L’ultimo tasso di interesse del Canada sarà annunciato mercoledì.
Negli Stati Uniti, i dati sul commercio sono attesi per martedì, le richieste di sussidi di disoccupazione per giovedì e venerdì saranno pubblicati i dati PPI.
Siamo arrivati alle ultime società che presenteranno gli utili di questa stagione. Tra le società più famose che presenteranno i loro bilanci questa settimana ci sono: Autozone (NYSE:AZO); MongoDB (Nasdaq:MDB); C3.ai (NYSE:AI); Broadcom (Nasdaq:AVGO); Costco (Nasdaq:COST); Docusign (Nasdaq:DOCU); Li (Nasdaq:LI).
Il team Bullstock